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Writer's pictureArianna Galli

In Frantumi

articolo di Arianna Galli per la rivista culturale cartacea Studi Cattolici per il numero 715 del Settembre 2020



"Entrare nelle parole di Antonia Pozzi è un po’ come varcare la soglia di una cattedrale e trovarla immersa nel silenzio. […] So che lei al mondo non ha avuto nient’altro che parole, allora provo a usarle con cautela e fermezza per richiamare gente alla sua cattedrale, ora che non è tardi".


Così Elisa Ruotolo, nell'antologia poetica da lei curata Vita Cara, ci presenta la poesia della milanese Antonia Pozzi, una delle principali rappresentanti della poesia novecentesca italiana, e ci guida all’interno della sua cattedrale silenziosa, nuda, quasi dimenticata nella chiassosa esistenza della società contemporanea.

Nelle poesie scelte prevalgono i gruppi semantici della morte, della nudità, del vuoto, del languore e i colori delle sue immagini sono il rosso del sangue e il bianco, che, come suggerisce anche il titolo di maggiore successo di Alessandro D’Avenia, Bianca come il latte, rossa come il sangue, è un colore che rimanda subito al sentimento di morte, del nulla.


Eppure, vi è anche un fortissimo dinamismo, un desiderio irrefrenabile di vita. Camminando per le sue composizioni, inoltre, si scorge la ricerca di un Dio perduto, ma che vuole accanto a sé, che vuole ritrovare, per ottenere quello che le manca: la pace, l’amore che le scaldi le membra e l’anima, distrutta e scarna.


In questa antologia, infatti, la Ruotolo vuole far emergere in particolare due elementi che coesistono nell’anima della poetessa morta suicida appena ventiseienne: il senso di vuoto e la brama di vivere intensamente.


Come la curatrice scrive, "il suo era un desiderio di altezza, di infinito: la straziante volontà di accogliere amore, libertà e divorare fino a saziarsi, se esiste questa possibilità per chi ha dentro un abisso".


La produzione della Pozzi emerge dall’assenza, dalla mancanza di qualcosa e dal sentimento di prigionia in un mondo che non la lascia vivere e donarsi completamente a chi ama. La presenza di Antonio Maria Cervi, il suo giovane e affascinante professore di greco e latino e grande amore impossibile, per via delle ostilità della famiglia, danza all’interno delle sue poesie come un fantasma irraggiungibile, ma di cui vuole stringere le carni e l’anima, pur sapendo che sarà tutto vano.


I componimenti della raccolta si susseguono come formando un fiume che straripa in una terra arida e spoglia di ogni cosa: alternando amore travolgente a silenzi e nudità emotiva, l’inchiostro ricama sul pallore della carta la sua anima persa, in frantumi, ma alla ricerca di un senso, di un abito di luce, di verità.


Il numero della rivista cartacea in cui è contenuto questo articolo è acquistabile al seguente link:




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