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Quando il film non riesce a rendere il libro: L'insostenibile leggerezza dell'essere

articolo di Arianna Galli per la rivista culturale online Superuovo per il 14 giugno 2021


1988: il regista Philip Kaufman e lo sceneggiatore Jean-Claude Carrière intraprendono l’impresa colossale di adattare il libro del secolo in un film Hollywoodiano. Ma come tradurre la complessità di un’opera che contiene tutto?


Il film: un lavoro di straordinaria bellezza


L’eleganza giallastra di Praga. I dialoghi, i giochi di sguardi, di riprese.

Il lavoro di Kaufman e Carrière è sicuramente un capolavoro. Una regia splendida e una fotografia perfetta, con inquadrature che sembrano tele dipinte che affascinano e turbano allo stesso tempo.

Molto ben riuscita anche la scena con i carri armati, con l’alternanza impeccabile, nel montaggio, di materiale di repertorio a scene girate appositamente con i protagonisti del film che si muovono nella Storia.


Per non parlare della magnifica sceneggiatura di Carrière, che si è guadagnata la nomination all’Oscar e il premio BAFTA per miglior sceneggiatura non originale.


Il film, ambientato nella Repubblica Ceca sotto il dominio dell’Unione Sovietica, dipinge la storia di Tomas, facoltoso chirurgo e casanova, di Sabina, una sua amante e pittrice dallo spirito libero e di Tereza, ragazza che poi sposa. Quando pubblica un articolo contro il regime sovietico la vita di Tomas cambia. Perde il lavoro e finalmente comprende il dolore della moglie per i continui tradimenti e decide di dedicarle la sua vita. I due però muoiono in un incidente.


L'insostenibile immensità dell'opera


Eppure, nel film manca quasi tutto ciò che è il romanzo.

Ma davvero la pesantezza è terribile e la leggerezza meravigliosa? Il fardello più pesante ci uccide, ci piega, ci schiaccia al suolo. Ma nella poesia d’amore la donna desidera essere gravata dal fardello del corpo dell’uomo: quella pesantezza lega alla terra, a un’esistenza reale e autentica. Al contrario, l’assenza assoluta di un fardello fa sì che l’uomo diventi più leggero dell’aria, prenda il volo verso l’alto, si allontani dall’essere terreno, i suoi movimenti diventino tanto liberi quanto privi di significato. Che cosa dobbiamo scegliere, allora? La pesantezza o la leggerezza?

È proprio in questa citazione, su cui si regge tutta l’opera, che si comprende come la filosofia e la poesiae l’analisi della complessità dell’umano siano la vera essenza del capolavoro di Kundera. E tutti questi elementi nel film sono stati cancellati, a favore della sensualità delle donne e delle scene erotiche.

Anche la storia tra Sabina e un professore universitario di Ginevra, a cui viene dato grande spazio con le celebri sezione “dizionari di parole incomprese”, è quasi completamente eleminata.


Il fallimento del film

Kaufman ha fatto diventare L’insostenibile leggerezza dell’essere un racconto erotico, con una minuziosa esibizione di abbracci più vicina al catalogo che alla passione…

Così scrive il critico cinematografico Stefano Reggiani per La Stampa. Effettivamente, nel film si perde proprio quell’insostenibile leggerezza dell’essere, la casualità, la fugacità degli avvenimenti umani, il peso delle scelte da cui non si può più tornare indietro che costituiva l’essenza del romanzo.


Così pur essendo meraviglioso nelle riprese, nei dialoghi, nella direzione di un cast eccezionale con un potente Daniel-Day-Lewis, la dolcezza di Juliette Binoche e la sensualità irresistibile di Lena Olin, il film fallisce nel rendere il capolavoro di Kundera che insegue l’umano, che lo dipinge nella sua essenza, il suo essere che cerca il cielo e la leggerezza ma che può vivere solo nella vita della Terra, nel suo significato profondo, nella sua verità.



L'articolo è visibile nella pagina ufficiale del Superuovo al seguente link :


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